Giornate FAI di Primavera 2018 in Veneto: cosa visitare?

Giornate FAI di Primavera 2018 in Veneto: cosa visitare?

Centinaia di luoghi magici e affascinanti eccezionalmente aperti in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2018 in Veneto e in tutta Italia

Oltre 1000 i luoghi eccezionalmente aperti in occasione delle Giornate FAI di Primavera. Il 24 e 25 marzo apriranno al pubblico in via del tutto straordinaria numerosi palazzi storici, aree archeologiche, borghi, chiese e monumenti per festeggiare il primo weekend di primavera.

Giornate FAI di Primavera 2018 in Veneto: alcuni itinerari consigliati!

Palazzo Tassoni in Postioma (Tv)
L’edificio, nell’aspetto sostanzialmente uguale all’attuale, appare già nella mappa di Iseppo Cumana del 1686. G. Cagnin lo fa risalire però già al XIV secolo come sede del priore dell’ospedale dei SS. Pietro e Paolo. Affrescato in gran parte del piano terra e al “piano nobile”. Gli affreschi della parete sud sono i più antichi e vengono attribuiti alla scuola di Tomaso da Modena operante nel trevigiano intorno al 1350, si tratta di una teoria di Santi entro finte architetture gotiche. Il ciclo pittorico della parete est raffigura un’altra teoria di Santi collocati all’interno di un finto porticato, con archi a tutto sesto di epoca umanistico-rinascimentale. Interessante è anche una raffigurazione di S. Cristoforo degli inizi del XV sec. Il palazzo è dotato di barchesse con un interessante affresco ottocentesco raffigurante la Beata Vergine del Carmine. All’interno del palazzo sono custodite tele e stampe del XVIII e XIX secolo.

Convento di San Giovanni di Verdara, ora Distretto militare (Pd)
L’attuale Ospedale Militare di San Giovanni da Verdara in alcune parti era in origine un monastero benedettino, risalente alla prima metà del Duecento. Al complesso apparteneva anche una chiesa dedicata a San Giovanni. Dalla prima metà del Quattrocento subentrarono i Canonici Regolari Lateranensi, che si impegnarono in importanti lavori di ampliamento del complesso. In particolare venne ampliato il Chiostro Grande, il Chiostro doppio e la biblioteca, ancora oggi visitabili, e la Chiesa. La biblioteca, ricca di libri e affreschi, divenne un centro di riferimento di spiritualità e cultura dell’epoca. Nel 1783 il monastero venne soppresso, cambiando varie destinazioni d’uso fino al 1866, quando venne adattato ad Ospedale Militare.

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Parco di Villa Bembiana (Abano – Pd)
Il giardino dei miti – Storie di dèi e di uomini. Nella cornice del giardino bembiano, un viaggio alla ricerca di dèi ed eroi della classicità.

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Villa Priuli Grimani Morosini – Ca’ della Nave (Martellago – Ve)
Sulla Via Castellana, in centro a Martellago, sorge Villa Priuli Grimani Morosini, meglio conosciuta come Ca’ della Nave. Nel Cinquecento molte famiglie patrizie veneziane che fondavano la loro ricchezza sui commerci estesero i loro interessi anche alle attività agricole costruendo dimore che potessero ospitarli per controllare le nuove attività ma senza per questo rinunciare agli agi dei palazzi di città e ai divertimenti. Il corpo padronale della villa risale infatti al 1547 con i Priuli detti della Nave, nel corso degli anni seguenti fu oggetto di vari ampliamenti, con la costruzione di altri manufatti ma che non modificarono i caratteri cinquecenteschi. L’articolato insieme si inserisce nel pittoresco scenario dell’esteso parco e costituisce un interessante esempio di residenza nobile di campagna. Attualmente è sede di un bellissimo golf Club.

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Ca’ Vendramin Calergi (Venezia)
Andrea Loredan di Nicolò (1450-1513) sceglie l’architetto Mauro Codussi per il progetto del nuovo palazzo di famiglia in un’area in parte ricadente tra le proprietà dei Loredan nei pressi della chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato (vulgo San Marcuola). L’impianto è tradizionale con portego al piano terreno, cui corrispondono i saloni passanti a crozzola ai due piani nobili. Tale impianto è chiaramente leggibile sul prospetto ma, per la prima volta nell’architettura veneziana, la tradizionale tripartizione della facciata è ottenuta attraverso l’uso di un ordine architettonico all’antica. Il Codussi è riuscito a fondere il modello della casa tradizionale veneziana con il nuovo linguaggio rinascimentale all’antica, abbandonando completamente il linguaggio gotico e con esso il modello privilegiato di Palazzo Ducale. Nel 1946 diventa proprietà del Comune di Venezia, e dal 1948, sede del Casinò. Il palazzo conserva tracce del collezionismo dei proprietari.

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Casa Bortoli (Venezia)
Un salotto veneziano con vista unica sul Canal Grande. In un palazzo storico veneziano sul Canal Grande, Ca’ Contarini, in un appartamento signorile con una vista eccezionale sulla Basilica di S. Maria della Salute, un salotto inondato di luce accoglie gli iscritti del FAI. Un museo particolare per conoscere e vivere l’esperienza dell’abitare a Venezia nel XX secolo e scoprire la città attraverso luoghi originali e itinerari inediti. Eredità Sergio e Carla Bortoli – 2017

Palazzo Muselli (Verona)
L’edificio, che nel corso della sua storia è stato proprietà delle famiglie citate, ha assunto le forme attuali nel 1662. È stato però ancora modificato nell’800, secondo il gusto neoclassico. Il piano terra è aperto da finestre con inferriate e da un elegante portale con arco in bugnato, il piano nobile è impreziosito da finestroni rettangolari ad arco curvilineo sulla balconata centrale, all’ultimo piano corre una fascia di mezzanino con piccole aperture. Sul tetto tre maestosi camini a torre contribuiscono a slanciare l’intera figura e consentono al palazzo di allinearsi ai due giganteschi edifici accanto: a sinistra, al numero 44, palazzo Canossa, e a destra, al numero 42, palazzo Portalupi, oggi sede della Banca d’Italia. All’’interno si potranno ammirare l’importante atrio di ingresso, e al piano nobile un salone affrescato da Ludovico Dorigny, un salotto decorato a stucchi e un importante camino.

Palazzo Bonin Longare (Vicenza)
Il palazzo è una tipica struttura palladiana. Si tratta infatti di un grosso quadrilatero con un pianterreno rustico liscio con un portale caratterizzato da un arco a tutto sesto. Al primo piano si alternano finestre sormontate da timpani triangolari e convessi. Entrambi i livelli nel prospetto sono arricchiti da otto semicolonne di ordine corinzio. In alto, dopo una seconda trabeazione, sono delle semplici finestre quadrate corrispondenti ai sottotetti. Nella corte interna, quello che in facciata era un “pieno” diventa “vuoto” cosicché si ha uno splendido doppio loggiato su colonne corinzie che fiancheggiano due archi centrali. Tutti questi elementi confermano la paternità palladiana del progetto, che venne eseguito intorno al 1572, mentre è più difficile accertare quando esso venne eseguito dal principale allievo di Andrea Palladio, Vincenzo Scamozzi. Oggi è sede della Confindustria di Vicenza.

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Fabbrica Alta (Schio – Vi)
La fabbrica è stata progettata dall’architetto belga Auguste Vivroux e, secondo Alessandro Rossi (imprenditore di Schio e Deputato e Senatore del Regno d’Italia) “eseguita sullo stile di quelle Belghe ed Inglesi”, ha dimensioni davvero ragguardevoli. Il corpo di fabbrica è lungo 80 metri e largo 13,90; conta cinque piani di altezza più il sottotetto. Al suo interno vi sono immensi saloni suddivisi in tre campate da 125 colonne in ghisa; conta 330 finestre e 52 abbaini.

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Forte San Felice (Chioggia – Ve)
Vanta il primato di essere il forte più antico della laguna di Venezia con la costruzione del Castello della Luppa nel 1385 come protezione della città e delle sue preziose saline, dopo gli esiti infelici della Guerra di Chioggia (1378-81). Le dominazioni che seguono la caduta della Repubblica di Venezia, si approprieranno del Forte, costruendo edifici sempre diversi, che lo rendono un vero e proprio catalogo delle costruzioni militari: castelli medievali, polveriere veneziane, blockhaus austriache, casermette francesi, bunker italiani e tedeschi, percorsi e gallerie, porte d’acqua. Caratteristica è la presenza da secoli della pianta di liquirizia, che con le sue imponenti radici serve a compattare il terrapieno dei bastioni. Il Forte oggi è ancora proprietà della Marina Militare Italiana, usato come sede della Reggenza Fari del nostro compartimento marittimo.

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Museo delle acque (Crespino – Ro)
Il museo, inaugurato nel 2004, è situato in un edificio nel cortile interno del palazzo comunale di Crespino. Questo luogo vive in simbiosi con il fiume Po, che ha da sempre rappresentato la principale fonte di sostentamento per i suoi abitanti, insieme all’agricoltura. Attraverso una serie di reperti, il museo racconta come si svolgevano le attività quotidiane lungo i corsi d’acqua, dalla pesca al lavoro dei mulini natanti, dalla prevenzione nei periodi di piena del fiume, alle ricostruzioni dopo l’alluvione del ’51. E’ situato su due piani con diverse sale; a piano terra si possono ammirare strumenti di misurazione idraulica come idrometri, pluviometri utilizzati dai vigilanti durante i momenti di guardia in occasione delle piene del fiume. Si può apprezzare la ricostruzione di un mulino natante in scala reale. Al primo piano si possono vedere modellini di mulini natanti, una tradizionale barca da pesca da fiume, lampade per la guardiania e strumenti vari (www.turismocultura.it)

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Ilaria Rebecchi è una giornalista veneta appassionata ed esperta di comunicazione a 360°.
Ama parlare, scrivere e raccontare storie, soprattutto se riguardano ciò che è bello, dalle arti alle idee e ai personaggi.
Multitasking creativa dal digitale alla carta stampata, è anche copywriter e digital strategist con nel cuore la critica musicale e cinematografica.

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