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Storie di Chi: le eccellenze venete (e non solo) in un progetto da scoprire

Storie di Chi: le eccellenze venete (e non solo) in un progetto da scoprire

Un progetto ideato da una giornalista veneta e che racconta le eccellenze venete, quelle silenziose e meno conosciute: l’intervista a Silvia Zanardi – Cosa Fare in Veneto

Un progetto nato nel 2014 per dare visibilità e lustro alle numerose e silenziose eccellenze venete (anzi italiane) che popolano il paese e lo celebrano nella sua più antica essenza, l’artigianato. E così la giornalista veneta Silvia Zanardi e il suo team raccontano con Storie di Chi i lavori degli straordinari artisti, creativi e artigiani meno noti ma più interessanti del territorio.

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Studio2091 – docufilm @foto di Silvia Zanardi

Silvia Zanardi: vi racconto le eccellenze venete in Storie di Chi


Il progetto Storie di Chi è nato nel 2014 come evoluzione della rubrica “Una Foto una Storia”, che avevo tenuto per un anno e mezzo su “La Nuova di Venezia e Mestre“. Per la rubrica avevo raccontato, con testi e foto, storie di artigiani, artisti e creativi veneziani poco noti al pubblico, accomunati dalla passione per il loro mestiere e per il luogo in cui vivevano: Venezia. Ho sempre pensato che la serenità personale derivi dall’armonia fra ciò che si fa (dunque che si è) e il luogo in cui si vive, quindi ho deciso di andare a cercare storie di questo tipo in tutta Italia e di raccontarle attraverso un sito web. Storie di chi è nato inizialmente con un blog/portfolio delle storie che avevo già scritto per La Nuova Venezia ma, anche grazie al riconoscimento del Premio Goattin 2016 per giovani giornalisti, si è evoluto rapidamente in un magazine, che oggi dà anche ad altri giornalisti e scrittori l’opportunità di collaborare. 
Un anno importante per Storie di chi è stato il 2015, quando, grazie al regista Naù Germoglio, il sito si è arricchito della sezione “Documentari“: abbiamo realizzato un primo documentario sul Delta del Po, con il pescatore Alberto Barini, altri due documentari in Carnia e uno a Cavallino Treporti. 
A poco tempo dalla sua fondazione, Storie di chi ha iniziato a conquistare anche il mondo dell’impresa: imprenditori e imprese hanno iniziato a chiederci di raccontare le loro storie con il nostro approccio e così, oggi, il progetto ha due anime. Da una parte c’è il magazine che racconta gli “eccellenti silenziosi” – che non ci cercano, ma siamo noi a cercare – dall’altra c’è il servizio di comunicazione d’autore che offriamo alle imprese e che ci permette di finanziare la vita del progetto e del magazine. Alle imprese proponiamo documentari, articoli redazionali, servizi fotografici, e prodotti web che raccontino non tanto il prodotto, ma la storia di chi lo fa, che non è un eroe o un genio, ma una persona che fra sogni e difficoltà è riuscita a dare forma e futuro al suo progetto, o a continuare quello dei suoi avi. Il magazine racconta storie di persone e si sostiene con i prodotti di comunicazione che realizziamo per le imprese che cercano noi. In questo modo creiamo un ponte fra l’impresa e l’eccellenza sommersa e sconosciuta, sottolineando il fatto che imprenditori e creativi hanno in comune molte cose. La prima è quella di voler creare qualcosa e di farlo con amore. 
Le storie che appaiono nel magazine sono sempre inedite. Prima di scriverne e pubblicarne una, andiamo a vedere se qualcuno l’ha già scritta, se appare sui motori di ricerca. Se non appare e non ci sono approfondimenti vuol dire che è “Storia di chi”. L’obiettivo principale è, quindi, quello di raccontare storie di persone sconosciute che nella loro quotidianità silenziosa mettono a frutto i propri talenti, coltivano le tradizioni e lasciano un’importante eredità al nostro paese e territorio. Un’eredità che parla di attenzione, cura, rispetto e capacità di usare le proprie abilità per creare, per inventare qualcosa che non c’è mai stato prima, oppure per proteggere e tutelare i saperi del passato.
Al momento siamo un network di professionisti a partita Iva, ma proprio in questi mesi stiamo studiando la formula più adatta per dare un’identità giuridica a Storie di chi. Io sono la fondatrice e direttrice del progetto, il regista milanese Naù Germoglio dirige la sezione dedicata ai documentari. L’aspetto web del magazine è opera della designer Flavia Fasano; fra i nostri fotografi ci sono Linda Scuizzato e Claudia Difrancescantonio, entrambe venete. Scrivono per noi altri collaboratori che pubblichiamo in base alle storie che propongono. La montatrice e co-autrice di tutti i nostri documentari è Susanna Nasti, milanese“.

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Luana Segato – pittrice a Venezia, foto di @Linda Scuizzato

 

Parlate di “eccellenza silenziosa”: quali sono le eccellenze che maggiormente vi hanno colpiti raccontando le “storie di chi”?
I mezzi di comunicazione con cui abbiamo abitualmente a che fare da diversi anni tendono a esaltare la condivisione fine a se stessa, di momenti, immagini, sentimenti, sensazioni, opinioni…, mettendo spesso in secondo piano l’oggetto, la sostanza della condivisione. Storie di chi va alla ricerca di persone e di storie che stanno al di fuori di queste logiche, che si occupano più della sostanza che dell’immagine, che hanno un mercato che si basa più sul passaparola che sui social network, più sul vero rapporto fra persone che sui like virtuali. L’eccellenza, secondo noi, risiede nelle persone che rimangono fedeli ai propri progetti, che li coltivano con amore, che non mollano e che trasmettono questa loro passione ad altri. Riteniamo che sia questa spinta, questo sentimento positivo verso ciò che si fa a tenere in vita la bellezza del nostro paese e per questo vogliamo esaltarla. Il fatto che sia silenziosa, cioè che si necessario scoprirla con uno sforzo che vada oltre il digitare una parola su Google, la rende vera. E per questo la raccontiamo. Difficile dire quelle che ci hanno più colpito, ogni storia è come un figlio per noi“.

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Renato Gortani di Malga Pozof – documentario “A Mountain Man” in Carnia @foto di Silvia Zanardi


Quanto è importante la creatività a 360° per il presente e il futuro del nostro Paese?
Ognuno di noi è creativo: nel momento in cui dà forma e identità a un progetto frutto della mente sta già mettendo in atto un processo di creazione. Ma è sempre personale e unico, ognuno è creativo in ciò che desidera e che sente. Quello che posso dire è che la libertà di creare e di esprimersi per ciò che si è, è una conquista personale, che nel tempo può diventare un patrimonio per la collettività. È compito di tutti, anche e soprattutto delle istituzioni, tutelare questo patrimonio ed esaltarlo, per ricordare che la bellezza (così come il suo contrario, purtroppo) è opera dell’uomo. Noi, come uomini, avremo un futuro solo se ci renderemo conto di quanto possiamo fare, con le nostre mani, la nostra mente e i nostri sogni. Dolore, guerre e sacrifici sono stati fatti e si stanno ancora facendo per darci la possibilità di scegliere. Scegliere di non perdere il nostro tempo, scegliere di avere il coraggio di capire noi stessi e dare il nostro contributo alla società sono i primi passi per intravedere un futuro“.

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Piero Dri – forcolaio matto a Venezia, foto di @Linda Scuizzato

 

Il Veneto la sua “storia di chi” più curiosa?
Scegliere, in questo caso, è davvero difficile. Ti racconto la storia di “Studio2091 – a Venetian Story“, il documentario di 50 minuti che stiamo girando a Venezia. Riguarda la storia di 4, fra artigiani e artisti, che lavorano in un ex magazzino al piano terra di un palazzo nel centro storico. Un magazzino dove non ci sono né pc, né wifi, ma solo quattro persone che hanno scelto di vivere a Venezia perché solo qui riescono a esprimersi con la loro arte“.

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Ilaria Rebecchi è una giornalista veneta appassionata ed esperta di comunicazione a 360°.
Ama parlare, scrivere e raccontare storie, soprattutto se riguardano ciò che è bello, dalle arti alle idee e ai personaggi.
Multitasking creativa dal digitale alla carta stampata, è anche copywriter e digital strategist con nel cuore la critica musicale e cinematografica.

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