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VENETO in CUCINA: la tradizione dei biscotti veneti 

VENETO in CUCINA: la tradizione dei biscotti veneti 

Irresistibili e gustosi, ecco i tipici biscotti veneti tra zaeti, pandoli, pevarini, puoti e la ricetta tradizionale degli Essi di Burano!

I biscotti del Veneto sono intensi e sorprendenti, ricchi di spezie e di tradizione.
Vi portiamo in un viaggio fatto di sapori e di storia, percorrendo le strade della nostra regione grazie alle sue dolcezze.

Zaeti

Si tratta di biscotti antichi, originari della zona tra Belluno, Udine e Pordenone. Secondo alcune fonti, i valligiani portavano con sé questi biscotti a base di farina di mais da vendere a Venezia. Il loro nome deriva proprio dalla colorazione gialla che acquisiscono grazie all’uso della farina di mais, infatti, zaeto, in dialetto, significa gialletto. Si preparano unendo la farina gialla con la farina 0, lo zucchero, uova intere e tuorli, il burro, l’uvetta, il lievito ed un pizzico di sale.

Pandoli di Schio

Sono biscotti diffusi tra le famiglie nobiliari vicentine, raccontati nel libro “I dolci del Veneto” di Giovanni Capnist. Prodotti originariamente nel territorio tra Schio e Malo, oggi si possono trovare in alcune pasticcerie, dislocate in tutto il territorio, che ne producono modeste quantità, tanto che per assaggiarli è meglio prenotarli in anticipo. Il loro nome deriva dalla parola pandolo, che in dialetto vicentino significa poco furbo, tonto, storto. Invero, non sono biscotti idonei all’inzuppo, perché tendono a bagnarsi troppo velocemente e a spezzarsi prima di arrivare alla bocca. Si preparano unendo farina, burro, zucchero, uova, latte, lievito e un pizzico di sale. La cottura è molto lenta: in forno, a bassissima temperatura, per diverse ore.

Puoti de Santa Lussia

I puoti de Santa Lussia sono dei biscotti che le mamme e le nonne preparano per festeggiare Santa Lucia, che porta dolci e regali ai bambini buoni nella notte tra il 12 e 13 dicembre. Puoto in dialetto veronese significa bambolotto, dalla forma dei biscotti che ricorda un fanciullo. Si preparano unendo le uova con lo zucchero, la farina, il burro, la scorza del limone, vaniglia e un pizzico di sale. Si lavorano velocemente e, dopo aver lasciato riposare la pasta in frigorifero, si stende con il mattarello e si tagliano i biscotti con una formina. Si cuociono in forno a 170° per circa 10 minuti. Possono essere guarniti con lo zucchero velo o con delle gocce di cioccolato.

Pevarini

La nota pepata caratterizza questi biscotti, che spesso si trovano nei bacari o nelle osterie per essere inzuppati nel bicchiere di vino o nel bicchierino di grappa. Il nome deriva proprio dal termine pepe, pevaro in dialetto. Secondo ricetta bisogna sciogliere il burro con il miele, aggiungendo poi un pizzico di sale, il pepe nero macinato, la cannella, i chiodi di garofano e lo zenzero. Infine si uniscono la farina setacciata con il lievito. Si cuociono in forno a 180° per circa 15 minuti.

La ricetta per cucinare gli Essi di Burano

Si tratta dei biscotti tipici di Burano, una delle quattro isole della parte più settentrionale della Laguna veneziana. Sono dolci preparati tradizionalmente per la Pasqua, ma che, ad oggi, si possono trovare tutto l’anno. Per prepararli montate 2 tuorli con 100 g di zucchero, quindi unite 160 g di farina ’00, 50 g di burro a temperatura ambiente, 1 cucchiaio di rum e 6 g di vanillina. Impastate velocemente e poi create i biscotti a forma di esse, adagiandoli su una placca ricoperta di carta forno. Cuocete in forno a 180° per circa 20 minuti.

QUI la nostra videoricetta!

 

 

Eleonora Garzia, detta Lele, è nata e cresciuta tra i fornelli delle donne della sua famiglia.
È appassionata di cucina, ristorazione e non solo, amante del vino e della birra e caffè dipendente.
Si sposta tra Vicenza e Trieste sempre in treno e con il suo fidato cane Mojito.
Membro dell’Associazione Italiana Food blogger (Cooking Lele), copywriter e critica gastronomica per Ristoranti Che Passione.

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